In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, si è tenuto in Senato, Sala Nassirya, la conferenza stampa Violenza Informatica di Genere: regolare lo Stalkerware e proteggere le vittime, organizzata su iniziativa del Sen. Tommaso Nannicini (PD).
Oltre al Sen. Nannicini e alla Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, alla conferenza stampa hanno partecipato: Cinzia Leone, Senatrice M5S; Federica Zanella, Deputata Lega; Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, Presidente Telefono Rosa; Elisa Ercoli, Presidente Differenza Donna; Palma Ricci, Regione Veneto; Amedeo D’Arcangelo, Enterprise project Coordinator Kaspersky e Luisa Rizzitelli, Giornalista ed esperta di politiche di genere.
Il tema al centro del dibattito sono stati gli stalkerware: “Gli stalkerware, sono dei software disponibili in commercio che vengono installati sui dispositivi di un utente senza il suo consenso e sono in grado di fornire l’accesso a tutta una serie di dati personali, come la posizione del dispositivo, la cronologia del browser, i messaggi di testo o le chat dei social media. Questi software vengono spesso utilizzati per spiare il partner nelle relazioni in cui avvengono abusi, ha spiegato Amedeo D’Arcangelo Enterprise project Coordinator Kaspersky durante il suo intervento.
Nell’occasione, Kaspersky ha presentato il report Digital Stalking in Relationships, un sondaggio globale che coinvolge più di 21.000 persone in 21 paesi, inclusa l’Italia, con l’obiettivo di fare il punto sul fenomeno degli stalkerware.
Dall’indagine, condotta online da Sapio Research e commissionata da Kaspersky, è emerso che il 6% degli italiani ha ammesso di aver installato uno stalkerware sul dispositivo del proprio partner mentre l’8% ha sfruttato funzionalità di smart home per monitorare il partner senza il suo consenso. Seppure il 74% degli italiani non è d’accordo all’idea di installare un software di monitoraggio per spiare il partner, in alcune circostanze un allarmante 26% lo ritiene normale oltre che accettabile.
Inoltre, il report mostra che l’8% degli italiani è stato obbligato dal proprio partner ad installare un’applicazione di monitoraggio. Purtroppo, il 27% di quelli che hanno risposto positivamente a questa domanda hanno anche già subito abusi da parte del partner.
“Questi dati fanno riflettere su come il fenomeno potrebbe evolvere” ha dichiarato Alessandra Venneri Head of Corporate Communications & Public Affairs di Kaspersky Italia. “La cosa grave”, ha continuato la manager di Kaspersky, “è che oggi scaricare uno stalkerware dal web è alla portata di tutti oltre che perfettamente legale. È quindi necessario formare, educare e assistere le persone in merito ai rischi degli stalkerware. È importante che tutti i partner chiave si uniscano alla lotta contro questa pratica abusiva e si impegnino a sostenere la Coalition Against Stalkerware nella sua lotta contro ogni forma di abuso facilitato dalla tecnologia”.
Il Sen. Tommaso Nannicini, che ha fortemente voluto questa iniziativa, ha sostenuto che “il contrasto al fenomeno dello stalkerware ha bisogno di strumenti innovativi sia dal punto di vista legislativo che tecnologico”. Il Senatore PD, ha poi aggiunto che “i dati presentati oggi, possono aiutarci ad orientare meglio le nostre decisioni politiche in materia di contrasto alla violenza informatica di genere”.
La Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, ha dichiarato che “riconoscere le varie forme di violenza informatica contro le donne è uno degli obiettivi che il Governo si è dato nel nuovo Piano Strategico Nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2021-2023 che ho recentemente portato in Consiglio dei Ministri”. La Ministra, ha poi spiegato che per contrastare questo fenomeno il Governo sta puntando su tre strumenti: 1) la formazione, per rendere le donne consapevoli dei propri diritti; 2) sistemi di monitoraggio in grado di identificare le diverse forme di violenza; 3) provvedimenti normativi atti a difendere le donne da qualsiasi forma di violenza.
La cyberviolenza è reale e diffusa. L’11% degli italiani intervistati ha ammesso di essere stato perseguitato tramite dispositivi tecnologici mentre il 24% sospetta che il proprio partner violi la sua privacy digitale.
“La violenza digitale attraverso gli stalkerware è un fenomeno molto pervasivo che dà la possibilità di entrare nell’intimità di una persona e ledere la dignità online delle vittime in maniera molto determinante. È quindi fondamentale migliorare le normative volte a contrastare questo fenomeno e investire sulla consapevolezza e l’educazione al digitale. Momenti come questo sono meritori perché accendono i riflettori su queste tematiche”, ha dichiarato Federica Zanella, Deputata Lega.
L’importanza di informare ed educare sul tema è stata sottolineata anche da Laura Vassalli avvocata del Telefono Rosa: “Su questo tema c’è molta disinformazione. Spesso gli utenti non si rendono neppure conto di essere vittime. Inoltre gli abusi digitali spesso vengono sottovalutati e non presi in considerazione come violenza. Fortunatamente proprio il 24 novembre del 2021 il Grevio del Consiglio d’Europa, gruppo sull’azione per contrastare la violenza di genere e domestica, ha pubblicato una raccomandazione sulla dimensione digitale della violenza contro la donna riconoscendo che la violenza digitale è un tipo di violenza con effetti devastanti sulla donna. È quindi importante educare l’opinione pubblica e i soggetti ai quali le vittime si rivolgono in prima battuta, come le forze dell’ordine e le associazioni”.
Ma come reagirebbero gli italiani se scoprissero un’applicazione di monitoraggio sul loro dispositivo? L’85% si confronterebbe con il partner mentre solo il 14% chiamerebbe una linea di assistenza o visiterebbe un centro di supporto. Questi dati mettono in evidenzia l’impegno necessario per formare, educare e assistere le persone in merito ai rischi degli stalkerware come ha sottolineato Amedeo D’Arcangelo Enterprise project Coordinator Kaspersky: “Attenzione a rimuovere gli stalkerware. Perché il fatto che la vittima abbia rimosso lo stalkerware viene comunicato anche al persecutore. Questo potrebbe rendere lo stalker più aggressivo trasformando la violenza digitale in violenza fisica. Quello che suggeriamo quindi è di rivolgersi a associazioni che offrono assistenza e stabilire con loro un piano di azione. Per questo motivo Kaspersky con i partner della Coalition Against Stalkerware ha realizzato TinyCheck. Un software messo a disposizione dei centri antiviolenza che agisce in modo trasparente al persecutore e permette di ricevere un alert che avvisa della presenza di uno stalkerware sul dispositivo della vittima e produce un report sulle azioni intraprese da questo software di monitoraggio che può fungere da prova per denunciare il persecutore”.
Seguendo i criteri di rilevamento della Coalition Against Stalkerware*, Kaspersky ha analizzato anche le sue statistiche per un periodo che va da gennaio ad ottobre 2021 per comprendere quanti utenti dei suoi prodotti sono stati colpiti dagli stalkerware nei primi 10 mesi dell’anno. È emerso che quasi 28.000 utenti mobili a livello globale sono stati vittime di questa minaccia di cui 527 in Italia. Con questi numeri l’Italia si posiziona all’undicesimo posto dei Paesi nel mondo con il maggior numero di vittime e al secondo posto in Europa dopo la Germania (885 vittime). Durante lo stesso periodo, ci sono stati più di 3.100 casi registrati in UE e più di 2.300 in Nord America.
“Dal report di Kaspersky emerge che l’Italia sia il secondo Paese in Italia per numero di stalkerware rilevati sui dispositivi. Questo rende ancora più evidente quanto sia importante fare squadra con chi come voi è attento e informato su questo fenomeno e trovare insieme delle soluzioni in grado di arginare la violenza di genere. Grazie al report che avete presentato oggi sono certa che riusciremo ad arricchire tutte le normative per la tutela delle vittime di cyberviolenza,” ha commentato Cinzia Leone, Senatrice M5S.
Fare rete e coinvolgere gli stakeholder chiave in questi casi è fondamentale per contrastare il fenomeno. Lo ha sottolineato anche Elisa Ercoli, Presidente Differenza Donna: “Non succede spesso che noi dei centri antiviolenza sentiamo parlare di qualcosa di interessante e innovativo rispetto a quello che già vediamo quotidianamente nelle nostre case rifugio anti violenza. Quello che è emerso oggi da questa discussione è per noi davvero strategico per sostenere le donne in uscita dalla violenza. Come Presidente di Differenza Donna dico che vogliamo essere partner della Coalition Against Stalkerware perché riteniamo importante fare rete con aziende come Kaspersky che ci aiutano a comprendere le nuove forme di abuso”.
Oltre ai contenuti tecnologici è importante sottolineare anche l’importanza della formazione per la lotta agli stalkerware. Proprio per questo Kaspersky ha preso parte al consorzio
che ha realizzato DeStalk, un progetto cofinanziato dalla commissione europea nell’ambito del programma diritti uguaglianza e cittadinanza che ambisce ad accrescere il livello di competenza dei professionisti che lavorano nelle organizzazioni che assistono le donne vittime di cyberviolenza e chi implementa i programmi per i persecutori cosi come le forze dell’ordine. “La regione Veneto insieme a Kaspersky fa parte di DeStalk”, ha dichiarato Palma Ricci, Regione Veneto. “Il fenomeno è in forte crescita per cui aderire a questo progetto europeo è importante per aumentare la consapevolezza. L’impegno è, infatti, quello di continuare e coinvolgere anche a livello regionale altri stakeholder dalle forze dell’ordine, al garante dei diritti delle persone fino ai centri antiviolenza. Perché solo unendo le competenze di ciascuno in un impegno comune allora possiamo ottenere dei risultati positivi nel contrasto al fenomeno”.
Per gli utenti che sospettano di essere vittima di stalkerware, Kaspersky raccomanda di:
- Non affrettarsi a rimuovere gli stalkerware trovati sul dispositivo poiché l’abusatore potrebbe notarlo e intensificare i suoi comportamenti abusivi. È molto importante tenere conto del fatto che l’aggressore può essere un potenziale rischio per la sicurezza.
- Contattare le autorità locali e le organizzazioni che si occupano di supportare le vittime di violenza domestica – per assistenza e pianificazione della sicurezza. Una lista di organizzazioni rilevanti in diversi paesi può essere trovata su www.stopstalkerware.org.
- Guardare il video della Coalizione sugli stalkerware e su come proteggersi da questa minaccia sulla homepage disponibile in inglese, tedesco, spagnolo, francese, italiano e portoghese. C’è anche una pagina dedicata alle vittime e ai sopravvissuti che spiega come rilevare, rimuovere e prevenire gli stalkerware.
Utilizzare una protezione di sicurezza informatica affidabile, come Kaspersky Internet Security for Android, in grado di eseguire un controllo sul dispositivo e scoprire la presenza di stalkerware. Tuttavia, questo dovrebbe essere fatto solo dopo aver valutato il rischio potenziale per la vittima, in quanto l’autore del reato potrebbe notare l’uso di una soluzione di cybersicurezza