Momo: l’horror corre su WhatsApp

Una scultura giapponese sta terrorizzando gli utenti WhatsApp a livello mondiale. In che modo possiamo proteggere i bambini dai mostri in rete?

Una nuova storia di fantasmi sta guadagnando in rete una vera diffusione globale. Si tratta di un personaggio, che risponde al nome di Momo, diventato virale su WhatsApp con un avatar dal viso ripugnante. Stando alle notizie che sono state diffuse, si divertirebbe a minacciare i suoi contatti, anche tramite l’invio di contenuti impressionanti e cercherebbe di istigare alcuni utenti persino all’autolesionismo.

I media descrivono Momo come il nuovo Blue Whale (il fenomeno dei gruppi che esortavano i ragazzini ad eseguire una serie di compiti indicati in una lista, l’ultimo dei quali era il suicidio e che si era diffuso in modo particolare sui social russi). In alcuni paesi le forze dell’ordine hanno messo in guardia i genitori, segnalando la nuova minaccia per i figli: il fantasma è infatti sospettato di essere coinvolto nella morte di una ragazzina argentina di dodici anni. Dovremmo quindi aver paura dei mostri che circolano su WhatsApp? In che modo possiamo proteggere le nuove generazioni dalle minacce della rete?

Momo: Da dove arriva e cosa fa

Cominciamo, innanzitutto, con l’avatar di Momo: si tratta della foto di una scultura creata dall’artista giapponese Keisuke Aizawa e che rappresenta la sua personale visione di un fantasma di nome Ubume, appartenente alla tradizione popolare giapponese. La scultura, di per sé, era già piuttosto inquietante. Il suo aspetto aveva fortemente colpito gli utenti in rete, che avevano iniziato a inventare storie dell’orrore che la vedevano protagonista.

Un giorno, qualcuno ha deciso di dotare di vita propria questa creatura angosciante, grazie ad un account WhatsApp con il nome di Momo, iniziando ad andarsene in giro a terrorizzare la gente.

Il protagonista dell’attuale isterismo via WhatsApp invia immagini raccapriccianti alle vittime (nella maggior parte dei casi si tratta di corpi fatti a pezzi), affermando di conoscere informazioni personali dell’interlocutore, inclusa la sua posizione in quel preciso momento. Inoltre, intima di non contattarlo, in quanto le cose potrebbero non andare per il verso giusto. Momo può anche effettuare delle chiamate – alcuni riferiscono di messaggi audio con suoni agghiaccianti o voci distorte in malo modo.

La maggior parte delle persone afferma che il fantasma risponda solo a chi tenti di mettersi in contatto con lui. Secondo alcuni, il numero di Momo aveva dapprima iniziato a circolare su Facebook e successivamente su altri social network e anche su Reddit. I media russi sono convinti che Momo si aggiunga in modo autonomo alla lista contatti degli utenti grazie a qualche “terribile virus”, ma in realtà sembra si tratti semplicemente di una bufala.

Al momento in cui questo articolo è stato scritto, il fantasma possiede quanto meno tre contatti di dominio pubblico disponibili in rete: quello giapponese – da cui tutto ha avuto inizio-, uno messicano e un altro colombiano. In realtà, Momo potrebbe essere associato a una quantità ben maggiore di numeri telefonici. Chiunque è, infatti, in grado di creare un account WhatsApp impostando come foto del profilo un’immagine di Ubume, andando così ad aggiungersi a questa catena di scherzi sicuramente un po’ macabri.

Momo e l’eco mediatica

Si è creato un gran battage intorno alla figura di Momo e la sua storia è stata ripresa sia dai media che dai blogger. I primi contribuiscono a inventare nuovi dettagli ogni giorno, i secondi a intavolare conversazioni con dei falsi Momo, con il risultato di un numero sempre maggiore di account di questo avatar nefasto. Le potenzialità offerte da Momo attraggono ovviamente i vari troll in rete che, con tutta probabilità, hanno dato vita, a loro volta, a molti altri account simili per divertirsi a spaventare le persone.

Aver a che fare con Momo (a questo punto non importa chi lo abbia effettivamente creato) può traumatizzare le persone che ne sono inconsapevoli, in modo particolare i bambini, a causa del suo aspetto inquietante, dei contenuti raccapriccianti che invia e i tentativi di istigazione a comportamenti autolesionistici.

Controllate i vostri figli per proteggerli

In parole povere, Momo non è altro che uno scherzo mal riuscito ideato da qualcuno, successivamente ripreso e moltiplicato in rete. Non vi è assolutamente nulla di cui essere spaventati in realtà; tuttavia non si tratta di un’esperienza piacevole, per i bambini in modo particolare. Se siete preoccupati che ciò possa accadere anche ai vostri figli innanzitutto parlate con loro e, soprattutto, ascoltateli. Fate in modo di diventare loro amici e vi racconteranno ciò che li spaventa o procura loro fastidio nel cyberspazio, che si tratti di Momo o qualcos’altro.

Se prestate attenzione ai vostri ragazzi, sarete in grado di notare possibili cambiamenti sospetti nel loro comportamento. Vostro figlio si potrebbe trovare nella zona a rischio se:

  • trascura lo studio;
  • perde interesse verso i suoi hobby;
  • è incline a repentini cambiamenti di umore, è depresso o aggressivo;
  • la notte resta sveglio per collegarsi online;
  • ha improvvisamente aggiunto o eliminato molti amici sui social network;
  • ha bruscamente cancellato uno o più account;
  • ha smesso di parlarvi.

Vi consigliamo di utilizzare, inoltre, una soluzione di controllo parentale come Kaspersky Safe Kids. In questo modo proteggerete i vostri figli da contenuti che considerate inappropriati, limitando inoltre il tempo che trascorrono da soli sui loro dispositivi. Ovviamente il programma non potrà in alcun caso sostituire il dialogo con i vostri ragazzi, ma vi aiuterà sicuramente ad evitare qualche problema.

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