Lo scorso anno un’idea ha attirato l’attenzione di tutti: i giochi per PC possono servire per sviluppare la capacità intellettive o, per essere più precisi, quelle cognitive. Un’idea probabilmente antica quanto i videogiochi stessi ma che, fino ad ora, era stata presa con un po’ di scetticismo.
Ecco perché. L’intelligenza, fin dal XIX secolo, è stata considerata come un attributo permanente ed ereditario. Per molto tempo questa affermazione non è stata messa in discussione, fino a qualche anno fa grazie alla pubblicazione di alcuni lavori scientifici che dimostravano la possibilità di migliorare le capacità intellettive di un individuo mediante un allenamento cognitivo specifico.
In seguito a questa scoperta sono stati creati e poi venduti vari programmi per “allenare” il cervello dei giovani e per mantenere in forma quello dei meno giovani. In sostanza, si tratta di giochi e moduli per allenare la mente.
La domanda è sorta spontanea: si può ottenere un qualche beneficio dai videogiochi, di sicuro più interessanti e accattivanti dei test scientifici ma ancora considerati non appropriati dal punto di vista medico?
Cos’è l’intelligenza?
Vediamo in che modo è possibile “aumentare” l’intelligenza. Prima di tutto, dobbiamo fare una precisazione terminologica. La psicologia descrive l’intelligenza come una serie di capacità cognitive. L’intelligenza può essere fluida e cristallizzata.
L’intelliganza cristallizzata si occupa di impiegare in maniera opportuna le abilità sviluppate e le conoscenze acquisite. L’intelligenza fluida è più enigmatica perché ha a che fare con il pensiero astratto e serve per affrontare sfide sconosciute che non dipendono dall’esperienza acquisita. Gli indovinelli sono un esempio da questo punto di vista.
L’intelligenza fluida si deteriora anno dopo anno, per questo motivo le persone anziane hanno difficoltà a dominare nuova abilità come usare il PC, Internet, imparare una lingua straniera ecc. Grazie all’intelligenza cristallizzata, invece, una persona anziana riesce a svolgere perfettamente le attività apprese nel passato.
Il nucleo dell’intelligenza fluida risiede nella memoria di lavoro che si occupa di acquisire le nuove informazioni e poi di utilizzarle. I programmi di allenamento della mente si concentrano proprio sulla memoria di lavoro.
Programmi di allenamento
Su Internet esistono due programmi in lingua inglese per l’ allenamento della memoria di lavoro che sono piuttosto rinomati e si chiamano Cogmed e Jungle Memory (entrambi a pagamento); ne esistono tanti altri meno conosciuti al grande pubblico.
13 ways to anti-age your brain: http://t.co/DUg0rTuceM #Cogmed #LifestyleAU pic.twitter.com/I9swKYspg8
— Cogmed (@cogmed) February 12, 2015
Vale la pena spendere dei soldi per programmi di questo genere? Se analizziamo i risultati di vari studi si scopre che, grazie all’allenamento della memoria di lavoro, il quoziente intellettivo di una persona può aumentare di 3 o 4 punti. Secondo alcune ricerche, gli effetti positivi possono essere sostanziali.
È scientificamente provato, quindi, che si possono migliorare le proprie capacità intellettive mediante il completamento di alcune attività specifiche. Una persona può davvero diventare un po’ più intelligente; ovviamente non si tratta di miracoli ma, con allenamento, qualche piccolo risultato si può ottenere.
Allora perché non unire l’utile al dilettevole con i videogiochi? Sebbene si tratti di un approccio fortemente pubblicizzato negli ultimi tempi, non esistono ancora prove o risultati sufficienti che confermino la capacità dei videogiochi di influire positivamente sulla abilità cognitive di un adulto.
Al massimo possiamo affermare che alcune capacità sviluppate durante l’attività di gioco possono aiutarci nella vita reale; tuttavia, dobbiamo riconoscere che i videogiochi più popolari molto probabilmente non ci renderanno più intelligenti o capaci.
Un aiuto per le persone anziane
Avere un cervello in buona salute con l’avanzare dell’età è davvero importante. E in questo caso i videogiochi possono essere davvero utili, ed è scientificamente provato!
Come parte di una ricerca, è stato chiesto ad alcune persone di età compresa tra i 60 e gli 85 anni di escercitare le proprie abilità intellettive con un simulatore di guida costruito per l’occasione, dal nome NeuroRacer. Con il simulatore la persona ha il doppio compito di guidare un’automobile e di schiacciare contemporaneamente determinati pulsanti in risposta ad alcuni elementi che appaiono sullo schermo.
Dopo un mese, i giocatori più anziani erano capaci di giocare meglio di un ventenne non allenato, oltre ad essere aumentate il livello di attenzione e la memoria di lavoro. Cosa più importante, gli effetti positivi erano a lungo termine: le zone del cervello allenate durante l’esperimento hanno registrato una maggiore attività nei 6 mesi successivi al progetto.
In base a questi risultati, Akili Interactive Lab hanno progettgato un gioco 3D per tablet dal nome “Project: EVO” che ha ottenuto un certificato ufficiale dalla Food and Drug Administration statunitense.
Magari in futuro, quando i giovani di oggi diventeranno anziani, questi giochi in grado di allenare la mente verranno utilizzati comunemente dal sistema sanitario.
I #videogiochi ci rendono più intelligenti? Forse sì
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In ogni caso, non è necessario aspettare. Alcuni “trattamenti” sono già disponibili anche se non ancora approvati dalla sanità pubblica. Alcune ricerche a livello clinico affermano che i videogiochi di uso comune possono aiutare le persone più anziane e i bambini con disturbi cognitivi.
Ebbene, se vedete i vostri nonni un po’ più assenti del normale, potreste provare a spegnere la TV, ad attaccare il joystick e farli giocare un po’.