Una volta Google era un semplice motore di ricerca, anche se sappiamo da sempre che raccoglie molti dati per rendere i risultati, e le inserzioni, più rilevanti. Tuttavia, di anno in anno, Google è cresciuta fino a includere servizi e sistemi come Android, Gmail, Google+ (qualcuno lo usa?), YouTube, Docs, Drive e molti, molti altri.
Vi siete mai fermati a pensare quali cose e quali dati personali condividete con Google e, in alcuni casi, con chiunque sia in grado di cercarli?
Non temete se non siete stati al passo con i cambiamenti apportati da Google ai suoi servizi nel corso degli anni. Nonostante sia facile spuntare caselle e accettare termini senza guardare, Google non è Facebook e dà un certo valore alla privacy.
Per dimostrare tale impegno, questa settimana Google ha lanciato About Me, un nuovo tool che mostra cosa state condividendo sulla piattaforma Google. Per cominciare, visitatela: https://aboutme.google.com e poi selezionate “Privacy Checkup”.
Dopo aver selezionato “Get Started,” esplorerete la vostra privacy online e ciò che condividete. S’inizia con Google+. A ogni step del processo, potete scegliere quali dati volete condividere e con chi, oppure con tutti.
A seconda di quali servizi utilizziate con il vostro account, riceverete degli avvisi dal gigante della ricerca che, escludendo la condivisione su Google di alcuni prodotti, provocheranno dei danni nel funzionamento della app o del sistema operativo.
Anche se le vostre impostazioni di sicurezza sono blindate, questa funzione offerta da Google è davvero buona per accertarsi di non condividere troppi dati importanti su piattaforme multipli. Raccomandiamo di attivare questo procedimento almeno una volta ogni tre mesi: sappiamo che nessuno legge sul serio i Termini e le Condizioni quando scarica una app.
Questo tool di Google è grandioso, ma è solo l’inizio di ciò che dovreste fare per proteggere i vostri dati da inserzionisti, provider di applicazioni esterne o magazzini di cookie. Prima che iniziate a dire “un magazzino di cookie? Sarebbe fantastico”, vi avvisiamo che non stiamo parlando di quelli che si mangiano, ma degli altri che raccolgono i vostri dati.
Google has a new AboutMe page where you can manage all your profile information at once: https://t.co/tJSJtjXBWb
— Lifehacker (@lifehacker) November 12, 2015
Che fare?
Ecco cinque suggerimenti che vi raccomandiamo di seguire con regolarità (impostate un avviso di calendario) per garantirvi la sicurezza in rete:
1. Leggete. È molto facile accettare termini e condizioni di siti e servizi. Non possiamo aspettarci che leggiate il documento per intero, ma dovreste almeno monitorare cosa state esattamente condividendo con terzi;
2. Non utilizzate un’autenticazione unica, l’abbiamo detto. Può essere comoda, ma è anche il primo punto debole se vi aspettate privacy in rete. Quando accedete con il vostro Google ID, acconsentite subito a condividere certi dati con terzi. Di sicuro avete risparmiato dieci secondi, ma sapete cosa sta facendo Karl’s Chicken Shack con i vostri dati? O meglio ancora, come li sta proteggendo?;
How your deepest, darkest Google searches are being used against you https://t.co/ARMhv4wyzG pic.twitter.com/vlf3Don4qs
— The Atlantic (@TheAtlantic) November 7, 2015
3. Vi ricordate quando eravamo piccoli e ci dicevano di non accettare caramelle dagli sconosciuti? Se ancora non lo sapete, Internet è pieno di gente losca. I vostri dati sono sacri, condivideteli solo dove e con chi volete;
4. Facile non vuol dire migliore. Come per il precedente appunto sul login, non dovreste mai accettare di condividere informazioni su QUALSIASI network, anche se non lo usa nessuno, come Google+. La verità è che a nessuno interessa sapere quanto amiate i New Kids on the Block, i film amatoriali di Ted Cruz o le Best Fights al Jerry Springer Show. Se optate per la condivisione facile, il mondo e i motori di ricerca possono vedere cosa state cercando. Lo stesso vale per le ricerche. La settimana scorsa girava una storia su delle ricerche estremamente private vendute negli Stati Uniti a potenziali truffatori rapaci. Suggerisco di leggerla e farla vostra;
Private Browsing: Enhanced privacy core to new Kaspersky Lab product line https://t.co/3FKOkk48c2 pic.twitter.com/bQVqPKEvto
— Kaspersky (@kaspersky) August 13, 2015
5. Utilizzate un dispositivo di privacy. Potete sempre servirvi di Tor (a meno che non proceda l’FBI), ma non è per tutti. Raccomandiamo di prendere in considerazione un dispositivo esterno come Kaspersky Lab Safe Browsing che permette all’utente di selezionare cosa viene condiviso con siti esterni. Siamo una compagnia di sicurezza, crediamo nella vostra privacy, la vostra sicurezza è la nostra ricompensa. Questa funzione è disponibile nella nostra edizione aggiornata al 2016 di Kaspersky Internet Security.
Ci auguriamo che questi dispositivi vi aiutino a fare progressi e vi suggeriamo di avviare il controllo il PIÙ PRESTO POSSIBILE. Parlando con alcuni colleghi, eravamo tutti scioccati per delle impostazioni che non sapevamo di aver autorizzato.