“Quando fai tagliare la lingua a qualcuno, non dimostri che è un bugiardo, stai solo svelando al mondo che hai paura di quello che potrebbe dire”.
Tyrion Lannister, Il Trono di Spade
Egregio signor Dorsey ed egregi dirigenti di Twitter,
Ho notato che ultimamente avete alcuni grattacapi per via dello stato di salute della vostra piattaforma e temete che possa essere utilizzata per diffondere false informazioni, creare dispute etc. Per me è fondamentale che Internet sia un luogo sicuro e amichevole, per cui è una preoccupazione che tocca anche me! Io pensavo, in ogni caso, che la mia azienda lavorasse al di fuori delle varie “bagarre” a cui si assiste sui social network, ma evidentemente mi sbagliavo.
Alle fine di gennaio scorso, Twitter ci ha informato inaspettatamente che i nostri account ufficiali non avrebbero potuto più promuovere i nuovi post che pubblichiamo sui diversi blog che portiamo avanti per informare gli utenti sulle minacce informatiche emergenti (compresi Securelist e Kaspersky Daily). In una breve lettera inviata da un dipendente di Twitter (senza una persona di riferimento a cui rivolgersi) veniamo informati che la nostra azienda “adotta un modello di business incompatibile con le norme di Twitter Ads”.
“RITENIAMO CHE KASPERSKY LAB ADOTTI UN MODELLO DI BUSINESS INCOMPATIBILE CON LE NORME DI TWITTER ADS”
Come? Ho letto questa frase non so quante volte e non riesco a capire in che modo tutto ciò possa avere a che fare con noi. Di una cosa sono sicuro: non abbiamo violato alcuna norma scritta o non scritta e il nostro modello di business si rifà più o meno a quello che seguono i nostri competitor: offriamo ai nostri utenti prodotti e servizi e gli utenti pagano per usufruirne. Nella lettera non sono specificate le regole che sarebbero state violate o gli standard non rispettati (non si fa proprio accenno). Dal mio punto di vista, questo divieto va contro gli stessi principi di libertà di espressione dichiarati e adottati da Twitter. Tornerò di nuovo su questo punto ma voglio prima specificare una cosa:
“VOGLIAMO RASSICURARE I NOSTRI UTENTI CHE QUALSIASI INTERAZIONE CON I NOSTRI SITI È ASSOLUTAMENTE SICURA”
La nostra missione è quella di salvare il mondo dalle minacce informatiche, per questo la sicurezza è l’argomento principe della maggior parte di ciò che pubblichiamo e sponsorizziamo su Twitter. Per dimostrare la veridicità di quanto affermato, vi mostriamo le cifre generali spese per la pubblicità su Twitter nel 2017:
Come potete vedere, non si tratta di cifre importanti in confronto alle spese globali; in ogni caso, ciò che importa è il contenuto sponsorizzato.
I post riguardano epidemie di ransomware e consigli su come proteggersi; inoltre, pubblichiamo materiale che gli insegnanti possono utilizzare per garantire la sicurezza informatica di bambini e ragazzi, oppure ci occupiamo di confrontare i budget che le aziende spendono in sicurezza. Ovviamente, ci sono anche pubblicazioni puntate meramente al marketing, ma qual è il problema? Vendiamo soluzioni di sicurezza, questo è tutto. Non c’è nessuna violazione delle norme pubblicitarie di Twitter!
“VOGLIAMO ANCHE FAR PRESENTE CHE GLI ADVERTISER SONO UN VALORE AGGIUNTO PER I NOSTRI UTENTI”
Come ho già detto, la maggior parte dei contenuti sponsorizzati su Twitter riguarda la cybersicurezza, con studi e ricerche del settore. Si tratta di materiale che può essere importante per vari utenti utenti di Twitter, da persone comuni che vogliono trovare consigli su come proteggere se stessi e la propria famiglia dalle minacce, a esperti del campo che vogliono conoscere maggiori dettagli tecnici che riguardano i nostri ultimi studi.
Twitter fa il gioco dei cybercriminali quando impedisce, ad esempio, la pubblicazione per tempo di importanti informazioni che riguardano la protezione da cyber-estorsori (un esempio: uno dei nostri migliori Promoted Tweet riguardava l’attacco ransomware su scala mondiale WannaCry).
“CREDIAMO NELLA LIBERTÀ D’ESPRESSIONE E NEL PRINCIPIO DEL TRUTH TO POWER”
Ed è quello che facciamo! O c’è qualcosa che ci siamo persi? Noi di Kaspersky Lab non solo rispettiamo le regole (e le leggi), ma vogliamo anche conoscere la verità su questioni impenetrabili, qualsiasi esse siano. Per questo, abbiamo inviato una lettera di risposta alla vostra comunicazione.
Sono passati oltre due mesi, e l’unica risposta che abbiamo avuto da Twitter è stata una copia dell’originale lettera standard. Per questo ora sono costretto ad affidarmi a un altro principio base di Twitter, quello del Truth to Power (meno sottile del solito ma almeno si farà notare), ovvero di condividere i dettagli della questione con gli utenti interessanti e di chiedervi pubblicamente, egregi dirigenti di Twitter, quali sono le ragioni alla base del vostro divieto, in modo che anche le altre aziende che si occupano di cybersicurezza sappiano cosa fare per evitare situazioni simili. Gradiremmo una risposta in tempi ragionevoli.
Capisco che ultimamente siete occupati a gestire un certo grado di pressione politica e dell’opinione pubblica e, in risposta a questa pressione, i social network (Twitter in particolare) devono modificare e adattare in qualche modo le politiche e le regole d’uso. Tuttavia, cari manager di Twitter, credo che sia assolutamente fondamentale che qualsiasi cambiamento che facciate in risposta alle sfide che vi trovate ad affrontare, debba essere comunicato in maniera trasparente e con tutti i dettagli.
Non pensiate che ci sia risentimento in questa lettera, so che Twitter lavora sodo e va nella giusta direzione. Apprezzo molto l’idea di un Centro per la Trasparenza per la pubblicità sulla piattaforma e sono sicuro che potete immaginare perché. In questi tempi così turbolenti, credo sia necessario promuovere la trasparenza continuamente e nessuno nel settore come Kaspersky Lab se ne preoccupa tanto.
Caro Twitter, se si tratta di un errore, basta semplicemente ammetterlo, così si spazzerebbe qualsiasi dubbio su un’eventuale politica di censura.
Alcuni lettori si domanderanno perché abbiamo deciso di rendere pubblica tale questione.
Innanzitutto, vogliamo creare un precedente. Altre piattaforme potrebbe seguire l’esempio di Twitter e altre aziende di sicurezza IT aliene alla politica potrebbero essere colpite con accuse false e infondate provenienti da certi media statunitensi. Ci si dà la zappa sui piedi quando ci si lascia ingannare dal rumore geopolitico e si decide di non sponsorizzare dei contenuti seguendo delle falsità e andando contro il proprio stesso business (è ciò che fate non accettando denaro da clienti che hanno un’attività assolutamente etica e lecita).
In secondo luogo, è una questione di principio. Quando vediamo un’ingiustizia, ci sentiamo in dovere di combatterla. E non si tratta più di una situazione tipo Davide contro Golia, come quando abbiamo sconfitto i potentissimi patent troll. Per non parlare del fatto che abbiamo combattuto il monopolio e abbiamo vinto. Stiamo combattendo contro le bugie che ci riguardano pubblicate sui media. Grandi difficoltà e campi di battaglia non proprio a nostro favore: il pane quotidiano di Kaspersky Lab. Se ora, oltre della cybersicurezza, ci dobbiamo anche preoccupare anche di atti ingiustificati che si avvicinano alla censura…
In ogni caso, se credete che stiamo facendo tutto ciò solo per poter continuare a sponsorizzare i nostri contenuti, vi state sbagliando. Ci sono tanti altri modi per arrivare allo stesso scopo, il che mi fa pensare…
Indipendentemente da come evolvano le cose, non faremo più pubblicità su Twitter quest’anno. E il budget che avremmo dovuto spendere per la pubblicità su Twitter nel 2018 lo devolveremo alla Electronic Frontier Foundation (EFF), che fa molto per combattere la censura online.
PS: Il peggior virus è la calunnia e l’unico antidoto è il pensiero critico. Il buonsenso non è ancora morto, signore e signori, si è solo preso un anno sabbatico.
Eugene @e_kaspersky ha pubblicato una lettera aperta diretta a @jack Dorsey per chiedere maggiore trasparenza e per allontanare qualsiasi insinuazione di un’eventuale censura politica su Twitter
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