“Hai visto come parlano i bambini o i ragazzi di oggi? È italiano? Non ci capisco nulla!”, mi dice una signora anziana mentre osserva il nipotino giocare nel parco.
La signora non è la sola a pensarlo. Il linguaggio dei bambini e dei ragazzi di oggi è difficile da comprendere; utilizzano nuove parole in nuovi contesti o le pronunciano in maniera diversa.
– bella zio
– come butta
– ci becchiamo dopo
Se frasi del genere possono confondere un trentenne, figuriamoci una persona anziana.
It's what I love about #Warcraft – gamers from all over Europe getting together to fight as one. And talk shit in another language 😀
— Alain Hardy (@alain_hardy) September 14, 2015
In realtà tutto questo non dovrebbe sorprenderci. Le generazioni più vecchie hanno sempre qualcosa da dire sui cambiamenti nelle nuove generazioni. Funziona così dalla notte dei tempi; già all’epoca di Nerone abbiamo testimonianza di queste “lamentele”.
Allo stesso tempo, i cambiamenti di oggi sono diversi da quelli che abbiamo visto fino a ora, sono più drastici e soprattutto a livello globale. La diffusione di Internet e delle tecnologie mobile rendono ancora più veloce il processo di evoluzione globale della lingua. Parte tutto dall’inglese e le altre lingue seguono a ruota.
I cambiamenti più ovvi si vedono nell’uso delle parole tipo “googolare” o “meme”. I puristi della lingua si fanno sentire ogni volta che una nuova parola “estera” entra nel nostro linguaggio corrente.
Tuttavia assistiamo a cambiamenti anche in altri aspetti della lingua, che possono passare inosservati ma che riguardano caratteristiche che normalmente rimangono abbastanza immutabili, come la punteggiatura.
Facebook says "haha" has overtaken "lol" by a wide margin http://t.co/UobuZlJv85 pic.twitter.com/OJXWbdfRAd
— The Verge (@verge) August 16, 2015
Le emoticon
Nel linguaggio scritto la punteggiatura serve a strutturare il testo e a renderlo più comprensibile. Spesso su Internet questa funzione viene bypassata completamente.
Siate sinceri, quante virgole usate su Facebook e soprattutto nel modo giusto?
My overuse of dramatic elipses is challenged only by my overuse of unnecessary commas.
— Comic Dude Brandon Lu (@LuisOrBrandon) September 17, 2015
D’altronde non c’è la necessità, il testo si capisce comunque. Tuttavia, i segni di punteggiatura hanno la capacità di esprimere le emozioni di una persona.
Quando parliamo, trasmettiamo le nostre emozioni attraverso canali non verbali come il tono della voce, i gesti o il linguaggio del corpo. In testi scritti lunghi come libri, giornali o lettere, l’autore ha tempo e spazio a sufficienza per spiegare il suo punto di vista. Le chat online e i servizi di messaggistica istantanea sui dispositivi mobili rappresentano una sfida: la comunicazione deve essere veloce e concisa.
Se il vostro interlocutore scrive “ok”, cosa vuol dire esattamente? È sarcastico, è un tentativo di chiudere la conversazione o dietro quell’ok non c’è alcun messaggio velato?
In parte vengono in aiuto le emoticon ma comunque la situazione non è così semplice. Una faccina triste o una sorridente hanno un significato abbastanza ovvio, ma ce ne sono alcune che possono avere molteplici interpretazioni tipo questa: : }:->) È arrivato il momento di consultare “dizionari” specifici.
https://twitter.com/neronero_gamers/status/649661936901029892
Facciamo un esempio. Siete abbastanza sorpresi che vostra moglie sia arrabbiata con voi; in realtà con un’emoticon voleva soltanto esprimere un sentimento di confusione. E per chiarirvi avete perso dieci minuti chattando.
E poi a molta gente non piacciono le emoticon (le considerano strane o non appropriate) ed è in questo caso che entra in gioco la cara, vecchia punteggiatura.
Per esprimere emozioni intense ci possiamo avvalere di punti esclamativi o interrogativi; nella comunicazione moderna, più ce ne sono meglio è.
– Davvero????
-Wow!!!!
È curioso ma quella che segue è una conversazione, e di senso compiuto:
– ???
– !!!!!!!!!!!!!!!!!!
Questa è solo la punta dell’iceberg; ci sono diatribe di punteggiatura ancora più complicate e difficili da capire.
Facciamo il punto
E poi c’è il punto, poco utilizzato nelle comunicazioni online. Perché usarlo quando l’operazione stessa d’invio del messaggio indica la fine della frase?
https://twitter.com/SmallzMatthew/status/643653868677521408
Quando questo punto “non necessario” compare alla fine della frase, può voler dire molto; indica, ad esempio, che il tono della discussione si sta facendo più duro. Può significare qualcosa del tipo “Fine della discussione. Fai come ti dico. Punto”, oppure “Sono davvero arrabbiato” o anche “Lasciami in pace”.
Facciamo un breve confronto:
– Vado a pescare questo weekend, ok?
– Ok
E
– Vado a pescare questo weekend, ok?
– Ok.
Se il primo OK non ha nessuno messaggio nascosto, il secondo implica la frase: “Vai pure, te ne pentirai”.
Sorprende che questa regola non sia stata imposta da nessuna autorità delle lingue o insegnata a scuola. Si tratta di una regola intuitiva stabilitasi naturalmente e che si è poi diffusa in tutto il mondo.
https://twitter.com/CrissyKayTesh/status/647224025328947202
La punteggiatura ridondante
Lo stesso vale per i puntini di sospensione, che servono per mitigare una frase che altrimenti sarebbe troppo dura se si concludesse con un solo punto.
I puntini sospensivi possono essere utilizzati anche per omettere parti di testo; si tratta di un segno di punteggiatura che non ha un significato particolare ma che assume un valore importante nella sintassi online.
La vita segreta della punteggiatura su Internet #slang #punto #Internet
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I ricercatori ritengono che i puntini di sospensione abbiano principalmente due usi nelle comunicazioni elettroniche.
Servono innanzitutto per imitare una conversazione orale. Quando parliamo, utilizziamo molte pause o interiezioni. Potrebbe sembrare che non abbiano alcuno scopo, in realtà rendono il linguaggio più naturale (a meno che non stiate leggendo il telegiornale in TV). Nelle comunicazioni online i puntini di sospensione trasportano le interiezioni nel linguaggio scritto, rendendo il dialogo più naturale e “reale”, soprattutto quando si affrontano argomenti “delicati”:
“Non so…. Ho pensato che… magari… potremmo andare al cinema uno di questi giorni?”
Il secondo uso dei puntini di sospensione è solo per fare un po’ i “fighi”. Quando scriviamo pensieri sconnessi tra loro, può aiutare mettere questo segno d’interpunzione qui e là. Senza i puntini di sospensione si tratterebbe di un mix di parole senza senso; con, invece, vengono implicati significati che non dichiariamo apertamente.
https://twitter.com/DenoteChris/status/649693578403426304
I puntini di sospensione sono molto utili. Non dobbiamo necessariamente pensare a ciò che stiamo scrivendo, dove finisce o comincia una frase, o se la sua struttura è corretta… Servono a legare parole che normalmente non andrebbero assieme; una tendenza che si sposa bene con il nostro linguaggio in continua evoluzione.
In base a tutto quanto abbiamo detto fino a ora, vuol dire che la lingua sta perdendo sempre di più il suo valore e che le persone più anziane hanno ragione nel dire che era meglio ai loro tempi? Io direi di no.
La lingua riflette i cambiamenti nella società e nella vita quotidiana delle persone; e la nostra vita sta diventando sempre più veloce e caotica.
Abbiamo sempre meno possibilità di concentrarci su un singolo compito da svolgere. Riceviamo email, rispondiamo a telefonate, il capo che ci scrive in chat, l’agenda ci ricorda gli appuntamenti della giornata, eliminiamo il promemoria e ritorniamo alle email. Vi è familiare tutto ciò, vero?
È normale, quindi, che il nostro linguaggio scritto non corrisponda più agli standard abituali del XX secolo.
Tempi nuovi, nuove regole.